RESONANCE: la fotografia cinese contemporanea in mostra al Festival Photo Open Up ai Musei Civici Eremitani
La fotografia cinese contemporanea si fa protagonista del Festival internazionale dedicato alla fotografia Photo Open Up, quest'anno intitolato Latitudini Quotidiane.
Il Festival presenta Resonance. From the 2020 Three Shadows Photography Award Exhibition (TSPA), la mostra annuale promossa dallo Three Shadows Photography Art Center 三影堂摄影艺术中心 di Pechino, uno dei più rinomati musei internazionali nel campo della fotografia contemporanea. Il focus sulla fotografia cinese contemporanea è stato realizzato con il sostegno dell'Istituto Confucio all'Università di Padova che ne patrocina l'esposizione ai Musei Civici Eremitani di Padova. L'eccezionale partnership presenta uno spaccato sulla scena artistica della CIna, paese così duramente colpito dalla pandemia globale che ha inevitabilmente condizionato le opere di molti autori, i quali hanno avuto l'opportunità di riflettere sulla loro quotidianità ai tempi del lockdown.
In questa seconda edizione del Festival Photo Open Up - che si svolgerà dal 26 settembre al 25 ottobre - la fotografia contemporanea testimonia ancora una volta come quest'arte sia ineludibile narratrice e privilegiata interprete di un reale che a volte percepiamo come lontano da noi. Quasi un altrove inatteso che scolleghiamo dal nostro quotidiano. Una riflessione che il Festival riassume nel suo suggestivo titolo, appunto Latitudine Quotidiane.
La crisi di salute pubblica ha interrotto i ritmi quotidiani di innumerevoli persone e sconvolto anche i più piccoli fatti della vita di tutti i giorni. La diffusione globale del coronavirus ha bloccato la società e non ha risparmiato nessuno dai suoi effetti evidenziando come le scelte economiche, gli atteggiamenti individuali così come le posizioni politiche, concorrano alla trasformazione globale del nostro pianeta.
Così, nelle fotografie proposte dal TSPA di quest'anno, troviamo immagini che sostengono una riflessione costruttiva, come ad esempio A Salted Land di Guo Beihua che evidenzia i deplorevoli cambiamenti nel Salton Sea della California: una volta popolare destinazione turistica, oggi invece vittima di una cattiva gestione ambientale, divenuta ormai triste fantasma di se stessa.
A Salted Land, Guo Beihua
Ancora, gli scatti intimi ed evocativi di Yu Jiayue sono caratterizzati da un ossimoro intrinseco come testimonia la foto Evanston dove l'autore ritrae il braccio di una ragazza chiusa in casa che scosta le tende della finestra per osservare l'assordante silenzio del lockdown. Le tende sono composte da tante striscioline di stoffa che evocano le sbarre di una gabbia o di una prigione. Sul polso la ragazza ha tatuato un uccellino. Elementi che concorrono a darci la temperatura claustrofobica di una libertà negata, causata da un evento pandemico drammatico.
Evanston, Yu Jiayue
Emblematico lo scatto di F. Wang Chunshuai che ritrae, avvolto in una luce dorata del tramonto, un uomo che cammina, caricandosi sulle spalle un pesante orologio a pendolo a colonna. L'uomo porta sulle sue spalle la memoria di un tempo che c'era, ora sospeso nell'incertezza.
The man with the clock, Wang Chunshuai
Molti fotografi ritraggono corpi in acqua quasi ci fosse la necessità di tornare nell'elemento primordiale - l'acqua come liquido amniotico - la necessità di immergersi per rimettersi al mondo. E ancora corpi che corrono nudi e liberi nella notte, o allacciati insieme in una danza casalinga e improvvisata che stempera la tensione del distanziamento sociale. Una rinascita di cui tutti noi sentiamo il bisogno.
In mostra sono presenti i lavori di otto tra i migliori fotografi cinesi della scena contemporanea che agiscono attraverso la fotografia di paesaggio, il ritratto, ma anche le visioni sperimentali di una nazione che da oltre un ventennio è tra i protagonisti indiscussi della scena artistica globale trattando i temi dell'identità, della memoria e delle mutazioni del territorio. Autori: Bai Shan, Guo Beihua, Joy Island, Wang Chunshuai, Wang Xuehan, Wu Jauchen, Yu Jiayue, Zhou Qiang.
"Il 2020 è l'anno dedicato agli scambi culturali Italia-Cina - commenta il Prof. Giorgio Picci, direttore italiano dell'Istituto Confucio all'Università di Padova. Italia e Cina da tempo stanno tessendo importanti relazioni culturali, diplomatiche, imprenditoriali, scientifiche, turistiche. La pandemia ha solo momentaneamente fermato questo scambio. Ci pareva importante accogliere la testimonianza di questi grandi maestri cinesi della fotografia e avere la possibilità di confrontare la loro esperienza , non solo con la nostra, ma con quella di tutti gli uomini della terra che ancora purtroppo stanno vivendo gli effetti drammatici dovuti al Covid. L'attenzione va senz'altro alla costruzione di scenari umani, ambientali - e per questo culturali - che devono necessariamente evolversi e cambiare mettendo il nostro pianeta al centro delle nostre scelte future. In questo spero fermamente che la Cina e l'Italia possano costruire, insieme, un domani migliore".
La rassegna vede la partecipazione di vari partner come il Three Shadows Photography Art Center di Pechino, PR2 di Ravenna, la Fondazione Francesco Fabbri Onlus di Pieve di Soligo e il sostegno economico della Fondazione Cariparo. Il Festival è promosso dal Comune di Padova, con la direzione artistica di Carlo Sala e la progettazione di Arcadia Arte.
Tutte le mostre del Festival saranno visitabili gratuitamente dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 e l'accesso sarà regolamentato secondo le norme anti-Covid in vigore. Un assaggio delle dieci mostre distribuite su cinque diverse sedi espositive e che raccolgono più di 70 artisti è disponibile su https://photopenup.com/